EETU SIHVONEN
Eetu Sihvonen (1994, Kotka, Finlandia) vive e lavora a Helsinki. Nel 2019 Sihvonen ha conseguito un BFA presso l’Accademia di Belle Arti di Helsinki e ha studiato alla Glasgow School of Art e alla Aalto University.
Eetu Sihvonen lavora con diversi materiali come legno, metallo e oggetti creati con strumenti digitali come la modellazione e l’animazione 3D. Sihvonen li fonde in installazioni e opere singolari che si ispirano alle tecniche artigianali tradizionali, alla narrazione e al mondo dei giochi di ruolo. Le sue opere sono state esposte in precedenza al Community Centre di Parigi, all’Holešovická Šachta di Praga e al Pitted Dates di Helsinki. Esaminando gli elementi del nostro mondo, Eetu Sihvonen costruisce la propria cosmologia, la geografia e gli esseri antropomorfi che abitano questi spazi. Nel suo lavoro, troviamo il simbolo ricorrente dell’uovo, in vari gradi di integrità e frattura. A volte, l’uovo è addirittura alato e circondato da tableau di oggetti: monete, armi, nastri, cerotti. Le sculture in legno e resina di Eetu Sihvonen invitano lo spettatore a entrare in un mondo che ricorda i talismani mistici presenti nelle narrazioni medievali. Traendo ispirazione dal famoso dipinto di Pieter Bruegel il Vecchio, “La terra di Cockaigne” (1567), queste sculture sono spesso caratterizzate da un sorprendente uovo a due zampe, un simbolo evocativo che racchiude molteplici significati. Nel Paese di Cockaigne, un mondo mitico dove tutto è commestibile, l’uovo corre tra due figure sdraiate sotto un albero; sembra che la crescita delle gambe sia nuova per l’uovo e che dalla sua sommità sporga una specie di manico di un utensile, un coltello, una forchetta o un cucchiaio. Rifacendosi all’allegoria di Bruegel dell’ingordigia umana, l’uovo, mangiato a metà e in cerca di sopravvivenza, rappresenta il potenziale sprecato e i pericoli dei desideri nascosti. Allo stesso tempo, si tratta di un simbolo potente che si pone come metafora della nostra curiosità, navigando tra le complessità dell’esistenza e inciampando occasionalmente nelle sue trappole.